Movimento domenicano delle famiglie
E’ in occasione della giornata nazionale della gioventù domenicana, celebrata a Roma il 30 aprile e il 1° maggio 2011 che nasce l’idea di dar vita a un movimento per le famiglie all’interno dell’Ordine domenicano. L’iniziativa prende spunto da una domanda pastorale molto semplice: come seguire in futuro i giovani che ora si radunano presso i nostri conventi?
La maggior parte di loro formerà una famiglia, pochissimi entreranno in convento. Conviene perciò offrire loro un accompagnamento che favorisce la realizzazione della loro vocazione coniugale-familiare: ecco concepita l’iniziativa “Movimento domenicano delle famiglie”. Da quel giorno alcuni frati, suore e laici domenicani insieme a coppie di sposi si stanno impegnando insieme a dare forma a questo nuovo progetto.
Dal punto di vista organizzativo si punta a una struttura molto agile radicata soprattutto in rete con un suo sito (in costruzione) e una newsletter mensile. L’adesione al movimento avviene per invio del proprio indirizzo di posta elettronica ed è aperta a qualsiasi persona indipendente dalla sua appartenenza religiosa o ideologica in quanto si intende “familiare” e “domenicano” nel loro senso originale di apertura universale a ogni essere umano.
Inoltre il movimento si mette a disposizione di chi desidera organizzare incontri su temi coniugali e familiari in qualsiasi parte dell’Italia come avverrà a Milano all’inizio del nuovo anno il 21 e 22 gennaio.
Il movimento organizza inoltre una settimana domenicana estiva per famiglie presso il convento san Domenico a Cagliari in Sardegna nella quale si coniuga formazione specifica coniugale-familiare con vacanze al mare e approfondimenti culturali vari. La prima di queste iniziative si è realizzata dal 6 al 11 agosto di quest’anno con il titolo “Studiare, benedire, lodare e predicare … la famiglia”.
Il titolo di questa prima settimana estiva domenicana per famiglie mette in evidenza lo spirito di questo movimento: vuole essere un’incontro tra due stili di vita ecclesiale, tra la vita consacrata domenicana e la vita nuziale familiare.
Questo incontro può avvenire a vari livelli e come si è potuto già vedere nell’iniziativa realizzata ad agosto implica effetti reciprocamente illuminanti ed vivificanti. Si potrebbe dire che si tratta di un approfondimento concreto di un aspetto centrale della vita della Chiesa, vale a dire la scoperta ed esperienza dell’arricchimento reciproco della comunione tra vita consacrata e familiare.
Già il semplice fatto di poter condividere per qualche giorno la stessa casa e un ritmo simile di vita quotidiana conventuale – per quanto possibile per famiglie con neonati e numerosi figli – invita coniugi, frati, suore e bambini a vedersi e a percepirsi in un modo nuovo, in un modo familiare.Il luogo convento per i bambini diventa attraente, il suo chiostro, le sue terrazze, il suo refettorio si manifestano affascinati agli occhi di chi è esperto in ammirazione della vita. Per gli stessi consacrati la vicinanza di coniugi e genitori con i loro figli ravviva la consapevolezza del peso del “familiare” come modalità di comunione e della propria missione: di essere a servizio delle persone che per la maggior parte vivono … in famiglie.
Oltre a questa esperienza immediata di contatto e conoscenza reciproca il movimento vuole offrire la possibilità di interpretare il proprio stato di vita alla luce dello stile di vita dell’altro stato di vita. In questo senso si propone le caratteristiche della spiritualità domenicana, governo democratico, predicazione, studio e vita liturgica come modalità di vita coniugale e familiare.
L’Ordine dei frati predicatori sin dalla sua origine si basa a tutti i livelli della sua struttura sul modello democratico del governo e della progettazione comune. La famiglia da qualche decenni necessita urgentemente di nuovi modi di governo e progettazione democratica sia a livello coniugale sia a livello pedagogico-familiare. La centralità dello studio raccomandata da san Domenico nelle prime costituzioni dell’Ordine si presenta perciò come uno strumento e un atteggiamento fondante per la riuscita di un’intelligente e amoroso progetto coniugale e familiare.
La cambiata situazione sociale, culturale e familiari della vita coniugale con la scoperta di dimensioni di nuzialità fin ora ancora nascoste non permette più un semplice affidarsi ai modelli coniugali ereditati dai propri genitori ma richiede una formazione seria e specifica in relazioni coniugali e familiari. Lo studio inteso come formazione permanente degli sposi e genitori si presenta oggi come necessità imprescindibile.
La centralità dell’annuncio per cui l’Ordine domenicano esiste nella Chiesa e per il mondo mette davanti agli occhi dei coniugi-genitori la forza della parola e l’ufficio a loro “connaturale” di essersi reciprocamente e verso i loro figli primi e più autorevoli annunciatori del Vangelo, interpreti e plasmatori della percezione originale di Dio e di se stessi.
Infine la forma quotidiana della vita liturgica che si attua nella celebrazione della liturgia dell’Eucaristia e delle Ore ricorda alla famiglia la capacità vivificante di una liturgia famigliare corrispondente ma costante che nella sua ripetizione fedele quotidiana conferisce lo stile evangelico al vivere familiare.
Dal canto suo la famiglia accentua la centralità indispensabile della comunità intesa come comunione di persone che è vivibile solo con la modalità “amore” espressa in gesti e parole concrete. Solo quando coniugi e genitore e figli si ritrovano reciprocamente nelle loro parole e azioni stanno in pace. La vita conventuale rischia di voler fare a meno di questa dimensione concreta dell’essere l’uno nell’altro come Cristo e nella Chiesa e la Chiesa in Cristo.
La famiglia testimonia alla comunità conventuale la realizzabilità faticosa e indispensabile di questo tipo di comunione. Ingrediente sostanziale di questo vivere comunitario effettivo in famiglia è il costante ricorso al perdono e alla riconciliazione, altro aspetto leggermente trascurato e facilmente trascurabile nella vita di convento. La comunità può portare avanti le sue attività apostoliche nel mutismo reciproco, la famiglia vi infrangerebbe.
Alla famiglia è connaturale il dinamismo della crescita, del progresso e del doversi sviluppare insieme. Ogni figlio detta modalità e velocità di questo progresso familiare. Il rischio stagnazione nella comunità conventuale è alto. Il tocco “progressista” famigliare potrebbe stimolare a riscoprire potenzialità nascoste o trascurate di nuova vita.
Sono questi solo alcuni aspetti di come il movimento intende realizzarsi nei prossimi anni e oltre a questi vorrebbe favorire uno scambio reciproco tra la tradizione filosofica e teologica dell’Ordine rappresentata dalle figure di Tommaso. D’Aquino, Alberto Magno, Caterina da Siena, Yves Congar, Marie-Dominique Chenu ed altri e la sempre crescente ricchezza della teologia e psicologia della coppia e della famiglia.
Questa esperienza di reciproca vivificazione tra vita coniugale famigliare e vita conventuale domenicana vuole essere anche un invito a ogni Ordine o Istituto di vita consacrata, come tra l’altro alcuni già da decenni stanno sperimentando ed attuando, a scoprire la propria spiritualità come luce forte per l’esperienza familiare e la famiglia come luogo originale dove si manifesta Dio sia in quanto immagine sia in quanto Persona come rivelano Genesi 1 e i primi capitoli di Marco e Luca.
Per info sul movimento domenicano delle famiglie scrivere a: padrechristian@libero.it.
P. Christian-M. Steiner op