Titolo: Piccole bugie tra amici
Cari amici del Movimento Domenicano delle Famiglie,
Il film che vi proponiamo questo mese, è l’ultima fatica del regista francese Guillaume Canet.
Come di consueto, in questa piccola rubrica non troverete una analisi cinematografica dei film presentati, ma il tentativo di guardare con occhi familiari le opere del grande schermo.
SCHEDA SINTETICA
Titolo: Piccole bugie tra amici.
Regista: G. Canet
Anno:2012
Visibilità: PUBBLICO ADULTO (i piccoli si annoiano).
Giudizio sintetico: fa riflettere sulla mancanza di contemplazione delle propria vita, portata avanti senza fare memoria del passato e senza prendere decisioni per il futuro.
Trama essenziale.
Nonostante un gravissimo incidente che ha ridotto un loro caro amico in fin di vita, il gruppo decide di non rinunciare all’usuale vacanza insieme al mare a Cap Ferret. Ma questa volta, finalmente, verrà fuori la verità con se stessi e gli altri.
Piccole considerazioni
Cosa c’è di interessante per una famiglia nel film che vi proponiamo?
Potremmo rispondervi: “Il desiderio”. Sì, è proprio così.
Tutti i personaggi anelano, desiderano, bramano e temono, un qualcosa che noi chiamiamo famiglia. Il ricco imprenditore sposato con due figli che si relaziona con gli altri solo per far loro sapere che è pieno di soldi ma che teme, piangendo, le sgridate della moglie new age e salutista, il playboy attore di scarso successo, che si rende conto che è proprio lui che allontana tutte le fidanzate.
Il fisioterapista con moglie e figlio che scopre la sua omosessualità (in realtà desiderio di paternità ed amicizia) e non si accorge della sofferenza della moglie, frequentatrice di siti pornografici in adorazione del marito con il quale non osa affrontare nessun argomento pesante.
Solo uno di loro sembra normale, tutto assorto nella riconquista della sua ragazza, che sta per sposarsi ma che lo ha lasciato per la sua immaturità, dopo undici anni di fidanzamento.
Non ultima l’amica etnologa, dedita alla promisquità sessuale ed attenta ad evitare qualunque legame serio. Tutti vorrebbero essere felici ma hanno preso strade sbagliate e sognano qualcosa di diverso per la loro vita senza accorgersi che soltanto nel donarsi potranno trovare la loro realizzazione.
Emblematico, infatti, l’inizio del film.
Invece di rinunciare alla vacanza per stare vicino al loro caro Ludò, in fin di vita in ospedale, decidono, ancora una volta, per se stessi, per il loro piacere, per il loro svago ma in realtà per la loro condanna ad una esistenza noiosa e senza vita. Cosa è infatti, la vita senza le emergenze che l’altro ti porta.
Come sarebbe la mia vita senza mia moglie che mi fa da specchio, che mi sta di fronte anche quando, con amore o con tutti gli altri sentimenti dell’animo umano, mi dice che non è d’accordo, che ha bisogno di altro?
Sarebbe noiosissima, ecco come sarebbe.
Come la vita dei protagonisti, che non hanno nessuno che dica loro la verità (con amore!!!).
L’amico in ospedale morirà, solo e abbandonato, mentre loro scherzano e mangiano ostriche in riva al mare.
Fate attenzione all’esperimento dei due barattoli di riso, è la chiave del film.
Francesco e Ilaria Maiorca.……..maiorcaf@tiscali.it