Dopo aver raccolto un’intera grembiulata di mughetti selvatici, Caterina si avviò verso casa.
Sulla via del ritorno incontrò Melina e Tina che giocavano tra le betulle. Vedendola arrivare, tacquero e la guardarono con occhi adoranti…
Sembri una sposa – disse Melina.
A quelle parole si accese una luce negli occhi di Tina: – Non pensi di trovarti un marito, Caterina?-
Caterina sorridendo rispose solennemente che, per il momento era troppo giovane; e poi, doveva prima trovare qualcuno che le piacesse sul serio.
– Potresti trovarti un principe stregato: in qualsiasi ranocchio c’è un principe stregato e qui i fossi sono pieni di ranocchi.
Basta un bacio e… puff! Eccoti il principe!
– Anche tu ti sposerai con un principe stregato? – le chiese Caterina sorridendo, mentre si allontanava.
– No, mi sposerò con un idraulico – rispose Melina – oggi gli idraulici fanno un sacco di soldi, dice sempre il mio papà -.
Melina e Tina si presero per mano e si avviarono per raccogliere anche loro mughetti; ma prima che avessero il tempo di cominciare, accadde un fatto inaudito; trovarono nientemeno che il principe stregato di Caterina!
Un ranocchio, sissignori, seduto con aria pensosa, sul bordo dello stagno.
– Sarà stato certo tutto il tempo a spiare Caterina – disse Melina ammirando entusiasta il ranocchietto che le palpitava tra le mani giunte.
– Vieni, corriamo dietro a Caterina e facciamoglielo baciare!
Ma Caterina era sparita.
– Aspettiamola sul molo – propose Melina – anch’io comincio a stufarmi di tenere questo ranocchio tra le mani.
Il ranocchio doveva essere stufo almeno quanto lei.
Attraccato al pontile c’era un battello, e non si vedeva anima viva a bordo né altrove; il sole dardeggiava, faceva caldo, ed era una seccatura stare lì ad aspettare.
– Sai cosa – disse Tina – il ranocchio potremmo anche baciarlo noi, non credi? Il principe salterà fuori lo stesso, e allora lo persuaderemo a mettersi con Caterina.
A quel punto se la sbrigherà lui!
Era un’idea ragionevole, concordò Melina, e anche se le faceva un po’ schifo baciare un ranocchio… trattenne il fiato, chiuse gli occhi e lo baciò.
Ma quel poveretto si rifiutò di trasformarsi in principe.
– Bleah, così adesso tocca a me – disse Tina.
Mise più intensità nel suo bacio, ma il tentativo fallì ugualmente: tra le sue mani c’era ancora il solito ranocchio palpitante.
– Cretino d’un principe! disse Melina. – Non vuoi?- Allora vattene!
Posò il ranocchio in terra e quello, felice dell’inaspettata libertà, spiccò un balzo.
Filò dritto sul fondo del battello sconosciuto.
Chi osa dire che i ranocchi non sono principi stregati? Puff…
Ad un tratto eccoti lì il principe, proprio come nelle fiabe! Uscì dal cabina del battello; saltò sul molo e si fermò proprio davanti a Melina e Tina, che lo fissavano con occhi sgranati.
Non era, a dire il vero, in tenuta regolamentare da principe, perché indossava dei comunissimi jeans, ma, a parte questo, aveva un fisico veramente principesco, completo di occhi celesti, denti bianchissimi e capelli biondo oro.
– Ma io pensavo che avesse almeno la corona – bisbigliò Tina e senza staccare gli occhi dal principe, Melina le spiegò sottovoce: – Probabilmente se la mette solo la domenica.
Pensa come sarà contenta Caterina!
Ma il sogno si infranse quando sentirono la domanda del principe:
– Sapete indicarmi un negozio di ferramenta da queste parti? Devo fare una riparazione alla pompa prima che torni il padrone, sennò saranno guai.
Le due amiche si scambiarono un’occhiata piena di delusione:
– Non ce più speranza neppure nelle fiabe.
di Astrid Lindgreen